domenica 29 ottobre 2017

INSEGNARE UN CANTO AI BAMBINI


Come insegnare un canto ai bambini?
Senza entrare nello specifico dell'educazione musicale, che richiederebbe un discorso più complesso e articolato, vi do un suggerimento ispirato al sistema del musicista e pedagogista ungherese Zoltan Kodàly.
 
È importante che il brano sia adatto all'età dei bambini, (è un'ovvietà, ma è sempre bene ribadire).

1. Per prima cosa, raccontate una storia attinente alle parole della canzone. (È probabile che dobbiate inventarvela). Più la storia colpisce i bambini – e colpisce anche il loro vissuto –, più avranno facilità a imparare e ricordare. In pratica, bisogna creare un'EMOZIONE.

2. Poi: cantate il brano per intero, senza accompagnamento strumentale, solo voce. Usate una mano aperta, che vorrà dire: ora canto io, voi ascoltate, e con l'altra mano date in modo semplice il tempo.

3. Adesso tocca ai bambini. Cantate voi un primo frammento di canzoncina, tenendo la mano aperta. Quando abbasserete la mano, continuando a tenere il tempo, invitate i bambini subito a ripetere quel pezzetto.
Attenzione all'estensione e alla tonalità. In questo le donne sono più facilitate perché hanno una tessitura più vicina a quella dei bambini. Le note per loro non devono essere né troppo basse, né troppo alte. Potreste darvi la nota con un diapason o uno strumento: di solito si va sul sicuro stando come limiti tra il la basso e il do alto.

4. Fate la stessa cosa con la frase musicale seguente.

5. Poi attaccate le due frasi musicali e fatele ripetere insieme. E così via, si procede in modo graduale, aggiungendo pezzetti come in un puzzle.
Quando avranno imparato e vorrete farli cantare tutti insieme, ricordate di dare sempre la nota iniziale (per esempio cantando le prime note) e di segnare il tempo.

Il discorso cambia se si tratta di altri generi di canzoni, ad esempio quelle più moderne che richiedono proprio l'accompagnamento o la base musicale. E cambia se non ve la sentite di cantare voi. A quel punto, lettore tracce, e ascoltare, ascoltare insieme. Ma prima raccontate sempre la storia della canzone, che sia vera o inventata, di fantasia o d'attualità. Legherà quella canzone a un'emozione e sarà più facile ricordarla. 




domenica 22 ottobre 2017

GIOCHI PER LA COORDINAZIONE MOTORIA

Quando in una scuola non possiamo contare sul supporto di specialisti esterni per organizzare un laboratorio teatrale con i bambini, come possiamo fare per non perdere la grande opportunità formativa di quest’attività? Possono organizzare qualcosa anche gli educatori e gli insegnanti?
Sì. E per cominciare col piede giusto, proponiamo delle attività di coordinazione motoria. Perché in questo modo si sviluppa la capacità di muovere il corpo nello spazio e nel tempo. Cosa fondamentale.

Cominciamo dai piccolissimi.

1. Con loro è molto utile giocare con le filastrocche popolari che si legano al movimento. Per esempio GIRO GIRO TONDO. I bambini, durante il canto, devono girare in cerchio e alla frase finale: “Tutti giù per terra”, buttarsi giù. Altro girotondo famoso è OH CHE BEL CASTELLO (marcondirondirondello) e poi c’è anche la popolarissima DANZA DEL SERPENTE che viene giù dal monte, ecc. Inizia un bambino che alla fine chiede a quello di turno: Ma dimmi un po’, sei proprio tu quel pezzettin del mio codin? Sì! E il nuovo bambino mette le mani sulle spalle dell’altro e fanno una specie di trenino (la coda del serpente appunto).

Ogni regione ha i suoi giochi popolari, valorizzateli.
Alla fine dell'attività gratificate sempre i bambini (basta anche un applauso)

2. Andando un po’ più su con l’età c’è un altro gioco famoso: TUTTI GIÙ TUTTI SU. L’insegnante dà i comandi facendo al tempo stesso anche i movimenti… per poi fare anche i trabocchetti che stimolano la prontezza di riflessi. Tutti giù. Tutti giù. Grasse risate.

3. VIA STOP! È un esercizio in cui bambini dovranno muoversi liberamente, in ordine sparso, a partire dal «Via!» dell’insegnante, il quale continuerà a dettare la loro velocità di movimento con un tamburello. Li farà muovere più piano, poi leggermente più forte, poi velocemente, poi molto più veloce. Al comando improvviso «Stop!», sottolineato da un colpo secco di tamburello, tutti dovranno fermarsi immediatamente nel punto e nella posizione in cui si trovano. Sarà di nuovo il «Via!» dell’insegnante a far ripartire il gioco.

4. Altro esercizio interessante è IL PAVIMENTO SCOTTA. Si invitano tutti a camminare in circolo nella stessa direzione. Già questo sarà un impegno non facile, perché per mantenere il cerchio ognuno dovrà assumere una velocità costante, in base a quella degli altri, e una costante distanza dal centro, per mantenere il cerchio. Solo dopo che si sarà acquisita una certa regolarità nel camminare in tondo, l’insegnante potrà cominciare a dare dei comandi: «Il pavimento comincia a riscaldarsi... Il pavimento è caldo... ... È molto caldo!... Il pavimento scotta!». I bambini dovranno reagire alle sollecitazioni immaginando che la temperatura si alzi sotto i loro piedi. Prenderanno allora a saltellare, a camminare più velocemente, a correre affannosamente... A questo punto l’insegnante comincerà il percorso contrario, facendo “raffreddare” lentamente il pavimento e riportando il cerchio all’andatura normale.

5. Poi consiglio l’uso dei cosiddetti BANS, cioè canzoni che abbiano nel testo le indicazioni di movimento da fare, e quindi hanno un collegamento diretto tra musica, ritmo e gesto. Esempi popolari: CI SON DUE COCCODRILLI, JACK È IN CUCINA CON TINA,LA MACCHINA DEL CAPO ha un buco nella gomma… li troverete su youtube con tanto di movimenti abbinati.

Ecco: questi appena descritti sono tutti giochi fattibili in ogni contesto e nello stesso tempo utilissimi per coordinare pensiero, gesti, ritmo, movimento. 


lunedì 16 ottobre 2017

FARE TEATRO NELLA SCUOLA DELL'INFANZIA

Si può fare teatro con i bambini piccoli? Certo, anzi, il teatro è un istinto innato nei bambini. Ovviamente non parliamo di teatro in termini di dialoghi a memoria, testi, autori prove... ma in termini di GIOCO.
 

Un insegnante della scuola dell’infanzia quali attività di espressione può organizzare concretamente con i bambini della propria classe, rispettando questa dimensione ludica?

1. Intanto raccontare storie. Utilizzando le intonazioni della voce e le espressioni facciali per rendere più coinvolgente la narrazione.

2. Coinvolgere i bambini nella narrazione, favorire l’interazione, farli partecipare. Per esempio, invitandoli a eseguire suoni onomatopeici quando la storia li richiede (se non ci sono li potete mettere voi nella storia): versi di animali, sbadigli, starnuti, espressioni di sorpresa: ooohhh.

3. Incoraggiate i bambini a raccontare loro stessi la storia in modo drammatizzato, cioè interpretando i personaggi. Questo avverrà piuttosto spontaneamente se metterete a loro disposizione accessori e oggetti (mantelli, corone, cappelli, ecc). Anzi, tenete sempre a disposizione un baule (o uno scatolone) magico, che quando si aprirà, pieno di costumi e oggetti da mettere e scambiare, sarà il baule magico che darà inizio ogni volta a una nuova storia.

4. Favorite i giochi di ruolo. Immaginare di fare la spesa al mercato o andare al negozio è un classico.

5. Proponete i giochi imitativi. Per cominciare si può giocare imitando gli animali, che i bambini osservano volentieri sia dal vivo (quando è possibile), sia attraverso documentari e cartoni animati. Si può così invitarli prima in gruppo, poi individualmente, a imitare un gatto, una tigre, un canguro, una ranocchia, un passerotto, una scimmietta, un cagnolino, un serpente... non solo con i versi, ma riproducendo anche le andature e i comportamenti. Per coinvolgere ancora di più i partecipanti si può prendere esempio dal gioco dei mimi e invitarli, dividendoli in squadre, a indovinare l’animale rappresentato dagli esponenti della squadra avversaria.

Questo lavoro non va finalizzato alla preparazione di spettacoli, ma nella realtà capita, anche nella scuola dell’infanzia, di dover allestire delle piccole recite (come a Natale, o per il saggio di fine anno). Se non si possono evitare (o magari se ai bambini stessi fa piacere), si può cominciare la preparazione per tempo (ce ne vuole molto, mesi prima) e trovare soluzioni alternative al classico copione da mettere in scena. E magari utilizzare quello che è scaturito dalle improvvisazioni stesse dei bambini, valorizzando così la loro creatività. L’importante è che tutto rimanga sempre, rigorosamente, categoricamente… un gioco. 



domenica 8 ottobre 2017

5 ALTERNATIVE ALLA RECITA A MEMORIA


Quando si parla di fare teatro con i bambini nella scuola, s'intende un percorso formativo di laboratorio non finalizzato principalmente a creare futuri attori, ma a fornire strumenti di espressione-comunicazione preziosissimi per la crescita globale.
Capita però di affrontare anche il discorso spettacolo-esibizione. La fatidica recita di Natale, per esempio, o il saggio di fine anno.

Mettere su uno spettacolo basandosi su un copione con battute da imparare a memoria è decisamente impegnativo, soprattutto se il tempo per prepararsi è troppo poco, se non si possono prevedere molte prove o se i bambini sono troppo piccoli. Che si fa allora?
Ecco cinque alternative alla classica recita a memoria.

1. La lettura scenica, dove l'insegnante legge una storia e i bambini partecipano con le azioni, con qualche piccolo dialogo o battuta, con semplici coreografie su musica. Con i loro costumini magari, con oggetti, luci, commenti sonori sarà tutto più bello. È la soluzione ideale per coinvolgere i piccoli della scuola dell'infanzia.

2. La lettura scenica fatta interamente dai bambini (quelli un po' più grandi, che sanno già ovviamente leggere), che può alternare le parti lette a piccoli inserti recitati, a scenette e movimenti coreografici.

3. Uno spettacolo che preveda anche parti registrate. Qui ci vuole l'aiuto della tecnologia, in particolare un computer con un programma per registrare la voce e fare un semplice missaggio. Sono strumenti alla portata di tutti, molti li sanno utilizzare (o conoscono qualcuno che li possa aiutare). Si tratta di distribuire intelligentemente un copione dedicando alcune parti alle voci registrate, e altre con parti a memoria. Se ben fatto, il risultato può essere molto suggestivo. Si alleggerisce l'impegno della memoria e il rischio di scene mute. Ma attenzione: i bambini non dovranno muovere le labbra in playback sulle registrazioni! Non vi venga nemmeno in mente. Durante le parti registrate, si possono inscenare le azioni o movimenti coreografici, immaginare scene simboliche. Questa forma di rappresentazione mista, registrata e dal vivo, richiede un po' d'esperienza di regia e di gusto per la messinscena.

4. Concerto di canti intervallati da letture o piccole scenette. L'impegno di memoria e prove è limitato e quindi non richiede tempi lunghissimi di preparazione. Discorso a parte per l'aspetto musicale, che dipende dal livello dei bambini: se fanno regolarmente educazione musicale, se sono abituati già a cantare e se hanno già un repertorio di riferimento. È una forma di rappresentazione molto utilizzata: per chi si sente più ferrato in musica, è sicuramente una buona soluzione.

5. Per i veri tecnologici: invece dello spettacolo dal vivo, realizzate un video. Potreste riprendere i momenti di lavoro, di attività, le improvvisazioni, i racconti dei bambini. Potete fare le riprese anche con smartphone o tablet (alcuni hanno buonissime videocamere). Naturalmente questo richiede un minimo di montaggio, e con gli appositi programmi, al computer, non è così difficile farlo. Attenzione: per le norme di sicurezza e di privacy il video con i bambini richiede le autorizzazioni scritte dei genitori. Non dimenticatelo.

6. No, erano cinque, abbiamo finito.
Beh, se intanto avete trovato l'idea che fa per voi, buon lavoro! Se manterrete sempre come priorità le esigenze dei bambini e condurrete correttamente le attività, anche lo spettacolo potrà diventare un'occasione di crescita, di valorizzazione e di gratificazione. 


domenica 1 ottobre 2017

5 COSE DA NON FARE IN UNA MESSINSCENA CON I BAMBINI



Parliamo di spettacoli con i bambini realizzati a scuola e in altri ambiti di socializzazione (dall'età della scuola primaria in poi) e curati da educatori e insegnanti non necessariamente preparati in materia. Cosa NON fare?

1. Evitate di scegliere una perfomance al di sopra delle possibilità del gruppo di bambini (e delle vostre, come registi). La riuscita di uno spettacolo dipende da molti fattori, anche dalle situazioni, dai mezzi e dal tempo a disposizione. Meglio una proposta semplice, ma dignitosa, magari alternativa alla classica messinscena con i dialoghi a memoria. Prendete in considerazione anche altre forme, letture sceniche o un ibrido tra lettura e recitazione, o altro. Scegliete l’idea più semplice e fattibile e cercate di realizzarla al meglio. La semplicità premia.

2. Potendo scegliere, non utilizzate come luogo dello spettacolo uno spazio sovradimensionato. Se non avete così tanti bambini e nemmeno un pubblico non così numeroso, meglio uno spazio raccolto: altrimenti il rischio è che tutto si sminuisca. Gli spazi più grandi richiedono anche maggiori attrezzature per le luci e l’audio. Siate raccolti, si sentirà meglio la voce, si vedranno meglio i piccoli attori e ci sarà maggiore attenzione.

3. Non trascurate azioni, movimenti in scena, entrate e uscite dei personaggi. Il teatro non è solo parola, potrebbe essere fatto anche senza parlare. Si nota spesso una totale mancanza di attenzione ai movimenti. Prevedete gli spostamenti e le posizioni, segnate con lo scotch sul pavimento le postazioni stabilite (i punti principali in cui i bambini devono fermarsi). Fate poi in modo che non s’impallino (cioè non si coprano tra di loro, devono essere sempre visibili tutti dal pubblico).

4. Se usate un’amplificazione, cercate di non usare il microfono unidirezionale, il cosiddetto gelato, facendolo passare di mano in mano. Uccide l'attenzione, disintegra la concentrazione, massacra la magia di qualsiasi momento. Preferite piuttosto dei panoramici ben piazzati. Sono omnidirezionali e hanno un raggio più ampio di azione, quindi non c'è bisogno che stiano attaccati alla bocca.

5. Non spendete cifre astronomiche per costumi sontuosi e scenografie: con creatività, con le idee, si possono realizzare costumi bellissimi, essenziali e poco costosi, possibilmente concepiti tutti con un criterio omogeneo, per dare unitarietà allo spettacolo. Così per le scene. Se proprio avete qualche soldino da spendere, procuratevi qualche attrezzatura in più per l'audio e per le luci, dato che spesso c'è carenza di questo materiale.

Infine: il teatro per i bambini è un gioco. E gioco deve rimanere. Uno spettacolo non dev’essere per loro un peso, uno strazio. E nemmeno per i genitori che li vanno a vedere!





SCRIVERE UNO SPETTACOLO PER I BAMBINI. DIECI CONSIGLI PER INIZIARE

Chi fa l'insegnante, l'educatore, l'animatore e lavora quindi con i bambini si sarà trovato, almeno una volta nella vita – ma spesso di più – ad affrontare l'esigenza, o il desiderio, di allestire uno spettacolo, una recita (a Natale per esempio, o a fine anno scolastico). La situazione ottimale è affidarsi a esperti che sappiano guidare i bambini in un percorso teatrale che sia anche formativo. Il teatro è una splendida occasione di crescita e varrebbe proprio la pena sfruttare tutte le sue possibilità. Non sempre però si può disporre di figure esterne specializzate in materia, e quindi non resta che optare per il fai da te. A cominciare dal testo da mettere in scena.

Ecco dieci punti da tenere in considerazione per affrontare la fase della scrittura.

1. Partite da una storia, che abbia un trama riconoscibile, un inizio, uno sviluppo e una fine. Può essere una storia inventata da voi, o già esistente (per esempio potete attingere dalle fiabe o dalle leggende popolari). Una storia ovviamente alla portata dell'età dei vostri bambini.

2. Raccontate la storia ai bambini, osservate le loro reazioni, iniziate a farli partecipare.

3. Chiedete ai bambini di drammatizzare la storia, facendo fare loro i personaggi a rotazione, per vedere che frasi, parole e azioni useranno. E prendete appunti.
 

4. Stesura del copione. Ovviamente il copione non serve per i bambini piccoli, che ancora non leggono: non possono avere dialoghi da imparare a memoria, per loro l'approccio con il teatro sarà diverso, specifico, prevalentemente ludico. Nello scrivere il copione considerate quanti bambini avete e prevedete un numero di personaggi che offra visibilità a tutti. Come? Prendete esempio dai cartoni della Disney: rendete importanti i personaggi che magari in una storia sono minori. Se non ci sono, inventateli. Prendiamo Cappuccetto Rosso: non ha senso far recitare quattro Cappuccetti Rossi e cinque lupi. Fate parlare gli alberi del bosco, i fiori, gli animali. Possono interagire con i protagonisti, fare da narratori, da commentatori. E diventare personaggi molto divertenti e di spicco.
 

5. Non infilate tirate moralistiche e pappardelle didattiche nei dialoghi. Il significato e il messaggio dello spettacolo deve venire fuori dallo spettacolo stesso: altrimenti vuol dire che non è scritto bene.

6. Dovendo prevedere diversi luoghi in cui si svolge la vostra storia, tenete presente, già dalla stesura, che non avrete a disposizione il palco girevole del Sistina, né Dante Ferretti per le scenografie. Se volete una principessa che si affaccia dalla torre in cima alla montagna dovrete essere capaci, in sede di allestimento, di evocarlo con i mezzi che avete. Di solito con una scena neutra e dei praticabili (pedane, piani rialzati ecc.), si può immaginare tutto. È la magia del teatro. Non è però facilissimo pensare una soluzione se non avete l'esperienza sufficiente, quindi semplificate il più possibile i cambi di ambientazione.

7. Vietato mettere nei dialoghi parole tipo “stupido”, “cretino”, eccetera. Mi è capitato di leggere parecchie volte copioni scritti da insegnanti – addirittura da catechisti – con un linguaggio di questo tipo. So bene che nella vita di tutti i giorni si usa e magari fa ridere. Ma no. No, no!

8. Quando finite di scrivere il vostro copione, leggetelo a voce alta. Se ci sono intoppi nelle parole, frasi difficili, lungaggini, espressioni poco naturali, ve ne accorgerete facilmente e potrete fare le dovute correzioni.

9. Prima di iniziare le prove organizzate con i bambini delle letture a tavolino. Questo vi aiuterà a definire le parti da assegnare insieme a loro, testare la scorrevolezza del testo, i ritmi, e la durata. Ricordate che la recita è bella quando dura poco.

10. Se non avete una buona idea per una storia o una preferenza su quella da scegliere, se non avete tempo, o voglia, o pazienza per scrivere un copione fai da te, prendetene uno già scritto. Occhio però, dovrete comunque adattarlo. Buon lavoro! 




Pandemia: se lo spettacolo dal vivo non si può fare

«È stato molto bello ed alternativo realizzare a distanza la recita di fine anno. Con questa esperienza ho imparato molte cose, “non bisogna...