Parliamo di teatro realizzato soprattutto nella scuola, di spettacoli dunque con bambini e ragazzi.
Premetto che non ce l'ho con i costumi belli, anzi, li ammiro moltissimo.
Però mi capita molto spesso di vedere spettacoli in contesti non professionali (quindi, parlando di teatro, includo anche la scuola) con costumi sontuosi, perfetti, di sartoria. Roba costosa insomma. E magari contemporaneamente non c'è alcuna cura della messinscena, nel senso di lavoro con i ragazzi, sulla regia, sulle azioni, sulla recitazione. Oppure non c'è un minimo di impianto audio e non si sente niente. Oppure non ci sono le luci e non si vede niente. Eh, però certi costumi!
Che senso ha avere costumi megagalattici quasi cinematografici se lo spettacolo non è curato minimamente per tutto il resto? Puntare sull'apparenza piuttosto che sulla sostanza non paga, il risultato alla fine quello è. Giusto le foto vengono bene e fanno un figurone.
Io invece direi: investite prima su altro, sulle attrezzature tecniche, microfoni, casse, faretti, o su un aiuto di un operatore esperto, anche per qualche aggiustatina nelle ultime prove, se non avete molta esperienza di teatro. E per quanto riguarda i costumi, nello specifico, puntate sull'originalità, sulla creatività, sull'essenziale.
E possibilmente con poca spesa. Io suggerisco il fai-da-te creativo.
Che cosa devono avere i costumi rispetto allo spettacolo? Innanzitutto coerenza (cioè dovrebbero essere pensati tutti con lo stesso criterio. Già questo è un elemento positivo).
Ogni storia ha i suoi personaggi, ogni spettacolo ha le sue peculiarità e le soluzioni possono essere tante. Non c'è una ricetta valida per tutti: vi do giusto qualche input.
Io – che non sono costumista, ma che sono stata abituata a farmi sempre un po' tutto da sola – posso darvi al volo qualche piccolo esempio di come con poca spesa e con i più svariati materiali si possono realizzare costumi di grande effetto. E senza scomodare un esercito di sarte.
Se ci pensate bene, cos'è che vi viene in mente se pensate a Pinocchio? Il cappello, il naso, il colletto. Un gatto? Le orecchie, le vibrisse e la coda. Bastano.
Io ho sempre usato molto la base neutra (maglietta e leggins, per esempio neri) con pochi elementi che individuassero il personaggio.
Una volta, per un adattamento teatrale del gabbiano Jonathan Livingston, come costume per i gabbiani abbiamo adottato una tenuta semplicissima: canotta bianca, pantaloni bianchi, quelli larghi, morbidi e per le ali abbiamo tagliato dei calzettoni bianchi. E basta. Niente ali di stoffa o svolazzanti. Niente di realistico, solo EVOCATIVO. E muovendo le braccia tutti insieme l'effetto di questa braccia era veramente suggestivo. (Mi parte la rima anche quando non voglio).
Un elemento che io amo particolarmente è il copricapo. Punto sulla testa.
Tra i materiali da poter usare: carta crespata, scampoli di stoffa, vecchi vestiti da ritagliare, materiali di riciclo (rivestimenti dei mazzi di fiori, quella carta stoffa delle tovaglie usa e getta ecc.). Metteteli da parte quando vi capitano tra le mani.
Il problema semmai diventa (sì, lo so che chi tende ad accumulare)... lo spazio per conservare tutta questa roba.