martedì 28 novembre 2017

COSTUMI CREATIVI FAI-DA-TE



Parliamo di teatro realizzato soprattutto nella scuola, di spettacoli dunque con bambini e ragazzi.

Premetto che non ce l'ho con i costumi belli, anzi, li ammiro moltissimo.
Però mi capita molto spesso di vedere spettacoli in contesti non professionali (quindi, parlando di teatro, includo anche la scuola) con costumi sontuosi, perfetti, di sartoria. Roba costosa insomma. E magari contemporaneamente non c'è alcuna cura della messinscena, nel senso di lavoro con i ragazzi, sulla regia, sulle azioni, sulla recitazione. Oppure non c'è un minimo di impianto audio e non si sente niente. Oppure non ci sono le luci e non si vede niente. Eh, però certi costumi!

Che senso ha avere costumi megagalattici quasi cinematografici se lo spettacolo non è curato minimamente per tutto il resto? Puntare sull'apparenza piuttosto che sulla sostanza non paga, il risultato alla fine quello è. Giusto le foto vengono bene e fanno un figurone.
Io invece direi: investite prima su altro, sulle attrezzature tecniche, microfoni, casse, faretti, o su un aiuto di un operatore esperto, anche per qualche aggiustatina nelle ultime prove, se non avete molta esperienza di teatro. E per quanto riguarda i costumi, nello specifico, puntate sull'originalità, sulla creatività, sull'essenziale.
E possibilmente con poca spesa. Io suggerisco il fai-da-te creativo.
 

Che cosa devono avere i costumi rispetto allo spettacolo? Innanzitutto coerenza (cioè dovrebbero essere pensati tutti con lo stesso criterio. Già questo è un elemento positivo).
Ogni storia ha i suoi personaggi, ogni spettacolo ha le sue peculiarità e le soluzioni possono essere tante. Non c'è una ricetta valida per tutti: vi do giusto qualche input.
Io – che non sono costumista, ma che sono stata abituata a farmi sempre un po' tutto da sola – posso darvi al volo qualche piccolo esempio di come con poca spesa e con i più svariati materiali si possono realizzare costumi di grande effetto. E senza scomodare un esercito di sarte.
Se ci pensate bene, cos'è che vi viene in mente se pensate a Pinocchio? Il cappello, il naso, il colletto. Un gatto? Le orecchie, le vibrisse e la coda. Bastano.

Io ho sempre usato molto la base neutra (maglietta e leggins, per esempio neri) con pochi elementi che individuassero il personaggio.
Una volta, per un adattamento teatrale del gabbiano Jonathan Livingston, come costume per i gabbiani abbiamo adottato una tenuta semplicissima: canotta bianca, pantaloni bianchi, quelli larghi, morbidi e per le ali abbiamo tagliato dei calzettoni bianchi. E basta. Niente ali di stoffa o svolazzanti. Niente di realistico, solo EVOCATIVO. E muovendo le braccia tutti insieme l'effetto di questa braccia era veramente suggestivo. (Mi parte la rima anche quando non voglio).
 

Un elemento che io amo particolarmente è il copricapo. Punto sulla testa.
 

Tra i materiali da poter usare: carta crespata, scampoli di stoffa, vecchi vestiti da ritagliare, materiali di riciclo (rivestimenti dei mazzi di fiori, quella carta stoffa delle tovaglie usa e getta ecc.). Metteteli da parte quando vi capitano tra le mani.
Il problema semmai diventa (sì, lo so che chi tende ad accumulare)... lo spazio per conservare tutta questa roba. 



mercoledì 22 novembre 2017

PERCHÉ FARE TEATRO A SCUOLA?

Perché fare teatro con i bambini? Perché a scuola? 
Perché è un lavoro che porta molti vantaggi nel percorso di formazione globale. E interessa tantissimi ambiti della persona. 
Come:

• Sviluppo delle CAPACITÀ RICETTIVE: osservazione, concentrazione, comprensione.
• Sviluppo delle CAPACITÀ PSICOMOTORIE: coordinazione dei movimenti, ritmo.
• Sviluppo delle CAPACITÀ ESPRESSIVE attraverso molteplici linguaggi: la gestualità del corpo, la mimica facciale, la voce.

Inoltre, non ultimo, l’esperienza teatrale favorisce l’interazione con l’altro: è ottimale per la socializzazione, per imparare a stare insieme, a rispettare i tempi e gli spazi dell'altro.

Anche se ci si può improvvisare animatori con una certa buona volontà, una maggiore consapevolezza ed esperienza nell’uso di questo strumento, da parte degli insegnanti, può naturalmente potenziare i risultati sia sul fronte formativo sia su un’eventuale resa artistica, se si decide di allestire anche spettacoli.

Avere a disposizione operatori specializzati è la soluzione più ovvia e più facile. Ma non sempre si può (per questioni di budget, di scelte organizzative eccetera).

Gli stessi insegnanti possono fare corsi appositi di teatro per bambini per essere a loro volta operatori con una formazione specifica. 
Oppure gli insegnanti possono fare teatro in prima persona. Chi ha questa passione potrebbe iscriversi a qualche corso, qualche laboratorio, e fare esperienza a sua volta di questa disciplina, sperimentando se stesso come attore, mettendosi in gioco.

Inoltre: molto utile, importante e illuminante è andare a teatro. A vedere teatro di qualità.
Consiglio mio personale, sulla mia esperienza: più che il teatro tradizionale, le commedie col divano, o il classico classicone, andate a vedere il teatro di ricerca (mi rendo conto che non se ne vede molto, specie al di fuori di certi circuiti). Andate a vedere spettacoli alternativi, quello sperimentali. Sembrerà paradossale, ma dato che è quello che sperimenta diversi linguaggi, anche non convenzionali, e che utilizza pochi mezzi, è quello che inventa soluzioni sceniche di grande fantasia, sorprendenti e magari con poco.
E così vi verranno tante idee anche per i vostri piccoli allestimenti.

Senza mai dimenticare – io lo ricordo sempre – che per i bambini il teatro è un bellissimo e potenzialmente divertentissimo gioco. Volendo... anche per i grandi.





martedì 14 novembre 2017

PIÙ CORO PER TUTTI



Qual è lo strumento musicale più alla portata di tutti?
La voce!

E qual è il modo per avvicinare più persone possibile alla musica, il più facile e attivo? CANTARE IN CORO. A tutte le età, cominciando da piccoli... che è anche un modo per fare educazione musicale di massa. Questo lo diceva Zoltan Kodàly (io spesso lo cito, ma abbiate pazienza, ho una formazione kodalyana).

La voce è lo strumento più naturale che possediamo, e ci permette di vivere la musica in modo attivo, in modo creativo, e ci permette di sviluppare l'orecchio (cosa che invece spesso si trascura).
Kodàly diceva che non esistono bambini stonati: basta educare il loro orecchio.

Il canto già di per sé è un meraviglioso mezzo con cui singolarmente ci esprimiamo e cantare insieme agli altri porta tantissimi vantaggi.

Intanto aiuta il processo di adattamento e di socializzazione: in coro non ci sono voci che devono prevalere, si deve andare tutti allo stesso tempo, seguendo una stessa direzione e ognuno deve fare la sua parte bene affinché tutto l'insieme funzioni armoniosamente.

Nel coro si diventa amici: si passa insieme molto tempo facendo e condividendo cose belle.

Nel coro ci si arricchisce culturalmente, e non solo in senso musicale.

Si migliorano le proprie capacità tecniche (respirazione, emissione vocale).

Anche quando è un hobby, si passa il tempo in modo piacevole e costruttivo.
 
In quanto al repertorio, ovviamente si deve fare riferimento innanzitutto all'età. Dev'essere adatto e alla portata dei coristi. Per i bambini, specie partendo dai piccoli, vanno bene filastrocche, canti popolari, anche brani classici semplici. Non è vero che i bambini non amano la musica classica, o “seria”: è che non la conoscono, e s'impara ad amare quello che si conosce. E non è vero che amano soltanto i pezzi svelti, ballabili e caciaroni. Se i pezzi sono belli, si commuovono anche con le ballad più tranquille.

Poi, certo, si può integrare anche con repertori diversi, o più moderni. E si può cominciare anche molto presto a proporre semplici forme di polifonia come il canone.
Insomma, il coro: consigliatissimo.
Io ci sono cresciuta! Dall'età... (adesso scatta la datazione al carbonio 14). 



domenica 12 novembre 2017

LE FIABE DAL RACCONTO ALLA SCENA



La casa ideale delle fiabe

Il teatro è un luogo in cui si entra in una realtà altra e si può rappresentare anche l’impossibile. Per questo è una casa ideale per le storie dell’immaginario, in particolare per le fiabe.

Mettere in scena un racconto di fantasia non è un’impresa difficilissima, anzi: c’è già un intreccio, una struttura, i personaggi e, spesso, ci sono già dei dialoghi.


Dal racconto al teatro

Il passaggio dal racconto al teatro impone subito la scelta tra discorso diretto e indiretto.

La figura del narratore risolve facilmente alcuni problemi: i salti di tempo e di luogo, gli scenari difficili da ricreare e le situazioni complesse da riproporre sul palcoscenico.
Naturalmente si può risolvere la messinscena di fiabe anche senza ricorrere al narratore.
Gli espedienti sono tanti: uno è affidare determinate parti narrative a personaggi inventati di sana pianta, che abbiano, appunto, una funzione narrativa indiretta.
Per esempio: in Cappuccetto Rosso, se è difficile rappresentare alcuni passaggi (il lupo che mangia la nonna e la bambina, il cacciatore che le fa uscire dalla pancia del lupo) si possono utilizzare fiori o alberi parlanti che, divenuti personaggi di commento, raccontino al pubblico le fasi non visualizzabili. Immaginiamo l'albero che racconta la scena vedendola dalla finestra: «Cappuccetto Rosso è vicina alla nonna, molto vicina... non è la nonna, è il lupo! E se la mangia!»
Il ricorso a personaggi, diciamo così, minori è molto frequente nei film d’animazione. Pensiamo a quelli famosissimi della Walt Disney: il granchio della Sirenetta, il candelabro de La Bella e la Bestia, i topolini di Cenerentola...


Improvvisazioni guidate

Si può anche scegliere di saltare la fase della riscrittura della fiaba in forma dialogica, basando la preparazione dello spettacolo sulle improvvisazioni guidate. È un lavoro molto interessante e arricchente, utilissimo sia per i bambini, sia per i grandi.
Il regista-animatore deve avere le idee piuttosto chiare per non disperdere inutilmente le energie.


L’identikit del personaggio
È importante, per una buona partenza, scegliere i partecipanti, gli attori adatti ai diversi ruoli fornendo loro le indicazioni necessarie per l’individuazione dei personaggi. Praticamente di ogni personaggio sdi dovrebbe fare un identikit:
le particolarità fisiche, gli atteggiamenti, il modo di parlare, i dati sul carattere.
Il lavoro individuale su ogni personaggio influirà moltissimo sul risultato generale, e questo migliorerà notevolmente il lavoro di gruppo.

E poi comunque vada... sarà un successo. 




domenica 5 novembre 2017

SVILUPPARE LA CREATIVITÀ

C’è ancora chi pensa che la creatività, la fantasia, l’immaginazione, servano soltanto a sognare, a fantasticare (che poi, ti pare poco?).
La creatività è una capacità umana fondamentale e nell’evolversi di quest’era tecnologica sarà sempre più importante.

Diceva Einstein: L'immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata. L'immaginazione circonda il mondo.
 

Non tutti hanno innato lo stesso talento creativo, ma questo si può stimolare e potenziare: quindi, aiutate i bambini a sviluppare la loro creatività.
Tra i tanti modi, vi suggerisco un semplice gioco: inventare una storia in gruppo.

Scegliete prima cinque elementi che possano essere presenti nella storia (personaggi, oggetti, luoghi…). 

Per esempio: sirena – bottiglia – albero – castello – tappeto. Cosa c’entrano? Boh, lo scopriremo solo vivendo.
Mettete queste parole su dei fogliettini ed estraetene uno per volta, creando anche una certa aspettativa.
Invitate i bambini a costruire, inventandola, una storia. «C’era una volta»: questo è un inizio che funziona sempre. Ovviamente la storia dovrà comprendere via via ognuno dei cinque elementi che verranno estratti. 
Tipo:
faro - tavolo – gatto – fetta di torta – festa di matrimonio 
cappello – treno – anello – dottore - libro

Per dare una spintarella alla fantasia, si può lasciare a disposizione uno scatolone, un baule pieno di oggetti, di indumenti, di foto, che potranno entrare nel racconto ed essere usati anche per drammatizzare i momenti di questa storia che sta nascendo.
(Voi nel frattempo prendete appunti per non perdere il filo).

Lasciate il tempo ai bambini di elaborare idee, ma stimolate un confronto e date qualche input se vedete che ci si trova in un momento di stallo.

Cosa ne verrà fuori? A volte storie bellissime, a volte buffe, a volte senza senso: e va bene così!
Alla fine, scrivete la storia appena sfornata e fatene un bel librone, e aggiungete anche i disegni.
 

Se avrete sempre quest’attenzione all’aspetto creativo, farete un grande regalo ai vostri bambini. Ricordate che è quello che ci distingue dalle macchine e diventerà una delle capacità più ricercate nel futuro. Soprattutto nel mondo del lavoro. 



Pandemia: se lo spettacolo dal vivo non si può fare

«È stato molto bello ed alternativo realizzare a distanza la recita di fine anno. Con questa esperienza ho imparato molte cose, “non bisogna...