sabato 13 gennaio 2018

IMPROVVISAZIONI D'INVERNO




Non dovremmo pensare al teatro a scuola solo in vista delle recite natalizie o di fine anno, ma come un lavoro lungo e continuo, come uno spazio e un tempo i cui tutti possano esprimersi secondo la propria personalità.

Possiamo cominciare da semplici improvvisazioni guidate (che non necessitano di alcuna attrezzatura tecnica), adatte alla scuola dell'infanzia e finalizzate a esercitare in particolare l'espressività corporea, la coordinazione del movimento, il ritmo. Ecco per esempio delle improvvisazioni a tema che prendono spunto dall’inverno, in modo da stimolare l’espressività corporea e facciale insieme all’acquisizione di contenuti relativi alla stagione in corso. È necessario disporre di uno spazio libero, abbastanza ampio da accogliere tutti i partecipanti e permettere loro di muoversi liberamente. Questo tipo di esercitazioni non solo preparerà i bambini a eventuali esibizioni nell’ambito di rappresentazioni teatrali, ma li aiuterà moltissimo nel gestire il proprio corpo nello spazio, a esprimere le emozioni, a comunicare e interagire con gli altri. 

È la nebbia!

Ecco un gioco di azioni e gestualità guidate. Invitando i bambini a immaginarsi in un ambiente completamente invaso dalla nebbia, si potrà giocare in particolare sul “vedere e non vedere”, “vedere lontano”, “vedere vicino” e sperimentare le reazioni del corpo nel cercare di ovviare all’affievolimento momentaneo di uno dei cinque sensi. Tutte le frasi che l’insegnante dirà, dovranno essere mimate e ulteriormente sviluppate. Naturalmente tra un suggerimento e l'altro bisogna dare il tempo ai bambini di improvvisare gesti, azioni, movimenti, espressioni. 

Stamattina i bambini del paese si sono alzati dal letto, si sono lavati il viso, le orecchie, i denti... si sono soffiati il naso con il fazzoletto... si sono pettinati con cura e poi si sono affacciati alla finestra. (Finge di aprire una finestra) Vediamo un po’... (Finge di affacciarsi e di guardare fuori) Ma... ooohhh, che strano! Non riescono a credere ai loro occhi! E infatti se li stropicciano ben bene diverse volte! Ma... cos’è? Non si vede niente da qui a lì! Che succede? Aaahhh, sì, io ho capito... e voi? È... la nebbia! La nebbia che come un velo copre ogni cosa e non ci fa vedere un granché. Bisogna stare attenti, perciò! Quando usciamo, attenti a dove mettiamo i piedi... camminiamo lentamente... potremmo andare a sbattere contro qualcuno! O contro un palo! Se dovesse succedere... ahi ahi che male! Allora facciamo tutti attenzione... procediamo con prudenza... mani avanti per capire se c’è un ostacolo davanti a noi. Ecco... un albero! Spostarsi! Non si vede ancora niente... attenzione ai sassi, si può scivolare! Dobbiamo svoltare l’angolo... conviene appoggiarsi al muro per non sbagliare... Oh, meno male, la nebbia si sta lentamente diradando... si vede sempre meglio, sempre più lontano... Oh, finalmente, la nebbia è andata via! Ecco là la scuola! Forza, andiamo!

Il tutto deve avvenire lentamente, assecondando reazioni, commenti, integrazioni dei bambini e possibilmente seguendo anche nuove soluzioni da loro suggerite.

domenica 7 gennaio 2018

ADATTARE UN TESTO TEATRALE

Quando si mette in scena uno spettacolo teatrale e il copione non è stato scritto appositamente per quel determinato gruppo o quella compagnia, c'è di solito la necessità di fare un adattamento: vuoi perché il numero degli attori – o dei bambini, per trattare il tema del teatro nella scuola – non corrisponde a quello dei personaggi, vuoi per andare incontro alle esigenze pratiche di chi allestisce (durata, grado di difficoltà, spazio scenico).
Come procedere?
 
Non c'è una formula valida per tutti, proprio perché un testo “si adatta” per rispondere a specifiche necessità, che sono diverse da caso a caso.
 
La maggior parte delle volte c'è da adattare il numero e il genere dei personaggi. 
Se nel testo sono di più rispetto ai partecipanti effettivi, la cosa più semplice da fare è studiare quali parti possono essere interpretate dallo stesso attore (le famose doppie parti, o parti multiple). Ovviamente bisogna verificare che quelle figure non siano contemporaneamente in scena (ma questo direi che è molto ovvio) e anche che ci sia il tempo di entrare e uscire ed eventualmente cambiare costume tra un cambio di personaggio e l'altro.

Capita anche di avere la necessità di cambiare i personaggi da maschili in femminili e viceversa. A volte non c'è problema, ma non sempre questo è possibile.
Se i personaggi previsti nel copione sono pochi, per aumentare il loro numero ci sono diversi espedienti. Si possono per esempio sdoppiare delle parti (questo è più facile negli spettacoli per bambini). Che so, se in uno spettacolo ci sono due fratellini, possono diventare tre distribuendo le battute. In alcuni casi questo però non è possibile (certo, le tre sorelle di Cechov non puoi farle diventare quattro).
Sconsiglio vivamente di affidare lo stesso personaggio a più attori che si avvicendano durante lo spettacolo: non ha molto senso e rischia di confondere il pubblico. È meglio aggiungere personaggi ex novo che possano magari essere tratti da didascalie, narrazioni, usando anche personificazioni di elementi naturali o fantastici (alberi, fiori, la notte, il sole ecc.). Ma anche qui, bisogna vedere il testo nello specifico.

Per la durata: se il copione è troppo lungo, con un po' di attenzione si possono accorciare o tagliare battute, sempre ovviamente facendo in modo che tutto fili lo stesso senza stravolgimenti. A questo proposito, è fondamentale avere una copia cartacea del testo su poter cui segnare i tagli, o lavorare su un file in computer (attenzione però a conservare sempre intatto l'originale).

La cosa importante è non snaturare l'opera originale, cercando di fare in modo che i ritocchi che permettono di utilizzarla siano meno pesanti e più invisibili possibile. I più bravi sanno sistemare i testi con tagli strategici e toccando poco. Invece a cambiare tutto – finale, significato, battute – sono bravi tutti: ma a quel punto... perché non te lo scrivi da solo? 



Pandemia: se lo spettacolo dal vivo non si può fare

«È stato molto bello ed alternativo realizzare a distanza la recita di fine anno. Con questa esperienza ho imparato molte cose, “non bisogna...